Quante volte vi siete chiesti se esiste un macronutriente (lipidi, proteine o carboidrati) che faccia ingrassare più degli altri?
Partiamo dal concetto che per perdere peso non bisogna fare la fame, neanche se si vogliono perdere quei 4 o 5 Kg.
Spesso mi capitano pazienti, soprattutto di sesso femminile, che pur di perdere peso arrivano a consumare 800 Kcal al giorno, escludendo completamente alcuni alimenti dalla propria alimentazione (soprattutto pane e pasta, ma anche l’olio). Ma credete che sia realmente così facile perdere peso?
Vi chiederete cosa ci sia di sbagliato?
La risposta è… tutto! Non si può creare una dieta sana e idonea a lungo termine pensando solo ed in modo errato al deficit calorico andandolo ad estremizzare, bisogna considerare anche la ripartizione dei macronutrienti, e infine capire cosa stia dietro il loro utilizzo.
Quando si va a creare una dieta, o meglio un nuovo stile alimentare, è fondamentale vedere il quadro nell’insieme.
Ma cosa voglio dire con esattezza?
Non dobbiamo limitarci a guardare la quantità calorica o la ripartizione dei macronutrienti, ma è fondamentale anche capire il meccanismo biochimico e fisiologico che ci sta alla base.
Facciamo un esempio:
Quando parliamo di diete ad alte quantità di grassi prima di dare una risposta non sensata bisogna ragionare sulla quantità calorica e sul loro utilizzo a livello biochimico.
- I grassi danno 9 Kcal per 1 g, rappresentano il macronutriente che fornisce più energia.
- Un loro consumo elevato aumenta il loro stoccaggio e quindi immagazzinamento all’interno delle cellule; ma comporta anche un aumento della lipolisi a scopo energetico.
Quando andiamo invece a parlare di una dieta ad alti livelli di carboidrati possiamo vedere che:
- I carboidrati danno 4 Kcal per 1 g
- Un elevato consumo di carboidrati porta a una diminuzione della lipolisi ma anche a una diminuzione nello stoccaggio e immagazzinamento dei grassi.
Abbiamo visto quindi che non è corretto valutare un singolo aspetto per determinare se questo determinato cibo fa ingrassare o meno; ma è fondamentale il contesto del suo utilizzo.
Un fattore che può influenzare parecchio il risultato di una dieta o di un allenamento è l’insulino resistenza. Ma di preciso che osa sarebbe?
L’insulino resistenza è la difficoltà da parte dei nostri tessuti ad utilizzare i nutrienti, soprattutto il glucosio. Questa problematica inibisce tutte le azioni che l’insulina andrebbe a stimolare, ma che in condizione di resistenza non può fare:
- l’insulina stimola la sintesi proteica a livello muscolare
- l’insulina inibisce la degradazione proteica
Il problema quindi non è da associare a un pasto ad alto livello calorico e con una quantità elevata di carboidrati, perché non è questo che porta alla formazione di massa grassa, ma sono la mancanza dell’azione insulinica che porta a una diminuzione della sintesi proteica e ad un aumento della degradazione della massa muscolare e quindi ad un conseguente aumento di massa grassa.
L’insulino resistenza è sopratutto associata ad un accumulo di massa grassa a livello addominale e a uno stile di vita sedentario che comporta una riduzione della massa magra.